18 agosto 2006

Padri e figli

Quando Prodi e i suoi saranno tornati dalla vacanze (e ammesso che una volta a Roma trovino il tempo, visto quanto hanno da fare per la pace nel mondo), ci sarebbe qualche questioncella aperta, come questa che l’Istat finalmente riporta all’ordine del giorno e che per un governo progressista non dovrebbe risultare del tutto irrilevante: “La disuguaglianza di classe non ha ... impedito che ampie quote di uomini e donne provenienti dalle classi meno favorite riuscissero nel corso della loro vita adulta a migliorare la propria classe di origine, attraversando diversi gradini della scala sociale. È questo il caso di quattro figlie di operai urbani su dieci (42,4 per cento) e di due figli di operai su dieci (22,4 per cento) che sono riusciti ad accedere alla classe media impiegatizia (...) Tuttavia buona parte della mobilità sociale è contenuta nei movimenti di breve e medio raggio che legano per lo più classi sociali contigue. Se il 42,4 per cento delle figlie della classe operaia urbana sono salite alla classe media impiegatizia, soltanto quattro su 100 sono riuscite ad accedere alla borghesia”.

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