10 novembre 2006

Millecinquecento lettori

I giornalisti inglesi e americani che scrivono di politica spiegano i fatti che riferiscono riportando pareri di specialisti. Non esprimono opinioni personali e offrono al lettore solo parole di gente informata, che segue da anni (e per lavoro) le cose che è chiamata a commentare. In Italia, in genere, voci anonime e interessate diventano puntualmente scoop. Negli ultimi anni si è creato un nuovo mestiere, il “retroscenista”, vezzeggiato dai direttori e invidiato dai colleghi, una specie di collettore di chiacchiere, un terminale di spifferi a orologeria, uno che origlia alla buvette mentre i deputati spettegolano con i supplì in bocca.
Nel Financial Times di ieri un articolo esemplare spiegava perché, dopo le elezioni di mid-term, la stella di Karl Rove, potentissima ombra di George Bush, brilla un po’ meno. Per rendere più chiaro l’argomento, l’autore ha interpellato non solo studiosi e attivisti, ma anche l’editor di un seguitissimo blog politico.
Negli Stati Uniti, nonostante l’incomparabile diffusione dei quotidiani di qualità, le iniziative editoriali su piattaforma web sono sempre più autorevoli, per l’accuratezza delle informazioni e dell’approfondimento. Qui da noi nessuno sembra essersene accorto, ma i blog migliori hanno già più dei millecinquecento lettori di cui parlava Enzo Forcella nel 1959, quelli che non saltano le pagine politiche dei giornali, gli stessi che bazzicano palazzi e redazioni, quelli che ascoltano ogni mattina la rassegna stampa di Massimo Bordin. A proposito, lo scritto di Forcella è stato appena ristampato. Chissà che non aiuti gli addetti ai lavori a prendere sul serio i blog. E anche l’informazione politica.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

a-do-ro bordin.

3:42 PM CET  

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