25 gennaio 2007

Scuola di giornalismo/2

Ieri nelle redazioni italiane sono giunte due notizie su Cesare Geronzi, presidente del gruppo bancario Capitalia. Una buona e una cattiva (per l'interessato, s'intende). La buona è la decisione del patto di sindacato di Mediobanca di confermare all'unanimità la fiducia al banchiere romano, vicepresidente dell'istituto di Piazzetta Cuccia, reintegrato dopo la sospensione per la sentenza di condanna nel caso Bagaglino. Quella cattiva è la risposta data da Rijkman Groenink, presidente della banca olandese Abn-Amro e primo azionista di Capitalia, all'inviato dell'agenzia Radiocor a Davos. "Se Geronzi sarà condannato ancora - ha detto - non penso che il patto continuerà a sostenerlo".
Leggendo i giornali di oggi ci si può fare un'idea di come quelle notizie siano state trattate dalla stampa italiana. Per fermarsi alle testate più diffuse, a Repubblica hanno deciso di pubblicarle tutte e due, a pagina 40, in apertura della sezione "Imprese & Mercati", e con dovizia di particolari (titolo: "Geronzi rientra in Mediobanca ma Abn gli lancia l'ultimatum"; occhiello: "Il patto di Piazzetta Cuccia vota la fiducia al banchiere. Groenink: "Se sarà ancora condannato dovrà lasciare Capitalia"). Il Corriere della sera ha ignorato sia la notizia buona sia la cattiva. Per la cronaca, Capitalia possiede il 2,1 per cento di Rcs MediaGroup, la società che pubblica il quotidiano di via Solferino. Partecipazione sindacata nel patto di blocco e consultazione che - con il 63, 5 per cento del capitale - controlla l'azienda.

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