22 novembre 2006

Ludi cartacei

Il crollo delle schede bianche nelle elezioni politiche 2006 da cui trae spunto l’inchiesta giornalistica di Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani è descritto nell’ultimo studio Itanes (Italian National Elections Studies), appena pubblicato dal Mulino con il titolo Dov’è la vittoria? Il voto del 2006 raccontato dagli italiani. Nel primo capitolo del volume, Roberto D’Alimonte e Salvatore Vassallo spiegano che “nelle elezioni del 2006 si è assistito ad una cospicua riduzione delle schede bianche e nulle". Un fenomeno “alquanto eccezionale”, notano gli autori, “se lo si inquadra nelle tendenze registrate lungo tutto il periodo repubblicano”. Con il voto di aprile “si inverte drasticamente una tendenza di lungo periodo alla crescita, registrata anche al variare dei sistemi elettorali im nodo pressoché continuo dal 1948 al 2004”. Tendenza interrotta solo nel 1948 e nel 1976, anni di “grandi scontri ideologici e di maggiore incertezza sugli esiti della competizione”. D’Alimonte e Vassallo ne ricavano l’impressione che le elezioni del 2006 hanno “per qualche ragione richiamato all’interno della competizione un elettorato normalmente distante dalla politica”.

Democrazie autoritarie

Come usa tra statisti, oggi Vladimir Putin ha affidato alla pagina dei commenti del Financial Times l'antipasto del summit russo-europeo in programma a Helsinki venerdì prossimo. "Quando si parla di valori comuni - scrive l'ex ufficiale del Kgb -si dovrebbe anche rispettare l'eterogeneità storica della civiltà europea. Sarebbe inutile e sbagliato tentare di imporsi 'standard' artificiosi a vicenda". Se dunque qualcuno volesse portare a Helsinki il rapporto appena diffuso da Amnesty International sul sistematico ricorso alla tortura e alle confessioni forzate nelle prigioni russe, è avvertito: ogni paese ha i suoi 'standard' e sarebbe "inutile e sbagliato" eccetera eccetera.


14 novembre 2006

Il paese immobile

Nella lectio magistralis per l'inaugurazione del centesimo anno accademico della facolta di economia della Sapienza, Mario Draghi ha spiegato che in Italia non c'è mobilità sociale e intergenerazionale: "Sul successo scolastico incidono significativamente le condizioni della famiglia di provenienza. Il nostro paese appare da questo punto di vista socialmente quasi immobile. La stessa probabilità di conseguire una laurea dipende dalla qualità dell’istruzione precedente, ma se questa è a volte insufficiente, come oggi in Italia, pesa fortemente l’ambiente socio-economico della famiglia". Speriamo che qualcuno lo ascolti.

10 novembre 2006

Millecinquecento lettori

I giornalisti inglesi e americani che scrivono di politica spiegano i fatti che riferiscono riportando pareri di specialisti. Non esprimono opinioni personali e offrono al lettore solo parole di gente informata, che segue da anni (e per lavoro) le cose che è chiamata a commentare. In Italia, in genere, voci anonime e interessate diventano puntualmente scoop. Negli ultimi anni si è creato un nuovo mestiere, il “retroscenista”, vezzeggiato dai direttori e invidiato dai colleghi, una specie di collettore di chiacchiere, un terminale di spifferi a orologeria, uno che origlia alla buvette mentre i deputati spettegolano con i supplì in bocca.
Nel Financial Times di ieri un articolo esemplare spiegava perché, dopo le elezioni di mid-term, la stella di Karl Rove, potentissima ombra di George Bush, brilla un po’ meno. Per rendere più chiaro l’argomento, l’autore ha interpellato non solo studiosi e attivisti, ma anche l’editor di un seguitissimo blog politico.
Negli Stati Uniti, nonostante l’incomparabile diffusione dei quotidiani di qualità, le iniziative editoriali su piattaforma web sono sempre più autorevoli, per l’accuratezza delle informazioni e dell’approfondimento. Qui da noi nessuno sembra essersene accorto, ma i blog migliori hanno già più dei millecinquecento lettori di cui parlava Enzo Forcella nel 1959, quelli che non saltano le pagine politiche dei giornali, gli stessi che bazzicano palazzi e redazioni, quelli che ascoltano ogni mattina la rassegna stampa di Massimo Bordin. A proposito, lo scritto di Forcella è stato appena ristampato. Chissà che non aiuti gli addetti ai lavori a prendere sul serio i blog. E anche l’informazione politica.